COSA SONO LE EMORROIDI

Le emorroidi sono strutture anatomiche normali, presenti in ogni individuo sin dalla nascita e riconoscibili persino durante la vita intrauterina. Quando parliamo di emorroidi in realta’ ci riferiamo ai sintomi che le emorroidi possono causare. Il dolore locale e il sanguinamento sono due delle cause piu’ frequenti per le quali i pazienti si rivolgono al proprio medico di fiducia, in molti casi dopo una sofferenza di lunga durata.

Sono strutture anatomiche angiocavernose situate a cavallo tra il retto distale ed il canale anale, che svolgono la funzione di completamento della continenza fecale attraverso l’afflusso e il deflusso di sangue. Sono composte da vasi sanguigni, tessuto elastico, muscolatura liscia, tessuto connettivo, e sono rivestiti da epitelio cilindrico semplice (emorroidi interne) o epitelio squamoso (emorroidi esterne).  Ogni cuscino circonda le comunicazioni artero-venose tra i rami terminali delle arterie rettali e le vene emorroidarie 

Le emorroidi svolgono diverse funzioni importanti all’interno del canale anale. Riempiendosi di sangue e causando la chiusura del canale anale, contribuiscono al mantenimento della continenza anale e la prevenzione delle perdite di feci durante le contrazioni del torchio addominale. Svolgono inoltre un ruolo chiave nella funzione sensoriale, fondamentale per la differenziazione tra liquido, solido, e gas e la successiva decisione di evacuare.

A causa di molteplici fattori, tra i quali i più noti sono la familiarita’, la stipsi cronica, una prolungato tempo di evacuazione, la gravidanza, l’ipertensione portale, si assiste all’aumento della pressione all’interno della sottomucosa artero-venosa del plesso con progressivo gonfiore dei cuscinetti tale da determinare la lassità del sostegno del tessuto connettivo, e come ultima fase, il prolasso dei cuscinetti emorroidari all’esterno attraverso il canale anale.

EPIDEMIOLOGIA

La patologia emorroidaria è una condizione comune nei Paesi ad elevato tenore di vita.  Si calcola che nei paesi occidentali il 5% della popolazione generale sia affetta da emorroidi e che almeno il 50% della popolazione adulta abbia sperimentato nel corso della propria esistenza sintomi correlabili a questa patologia. In Italia l’incidenza risulta di circa 1.000.000 nuovi casi all’anno (2% della popolazione) e ogni anno si eseguono circa 35.000 interventi per malattia emorroidali.

La scelta del trattamento per la malattia emorroidaria dipende dalla severita’ della sintomatologia riferita dal paziente, dall’estensione del prolasso emorroidario e da ultimo, dalla dimestichezza del medico con le varie tecniche, chirurgiche od ambulatoriali, oggi a disposizione.

COME SI CURANO LE EMORROIDI

A tutt’oggi, il trattamento proposto per la cura delle emorroidi rimane la chirurgia. Molte diverse soluzioni chirurgiche sono state proposte nel corso degli anni. Oltre agli storici interventi descritti da Milligan-Morgan nel 1937 (5) e da Ferguson nel 1959 (6) si sono affermati negli ultimi anni l’emorroidopessi con suturatrice meccanica secondo Longo (PPH – Procedure for Prolapse and Hemorrhoids) e l’intervento di dearterializzazione emorroidaria transanale (THD – Transanal Hemorrhoidal Dearterialization). Ogni intervento presenta indicazioni precise, risultati consolidati ed anche un documentato numero di complicanze e recidive.

L’intervento chirurgico prevede sempre una sala operatoria attrezzata, un’anestesia di diverso tipo, una variabile dose di analgesici nel postoperatorio, un periodo di ospedalizzazione piu’ o meno prolungato, con spesso una dilazione del tempo di ritorno alle abituali attivita’ lavorative.

Tra le tecniche non invasive per il trattamento delle emorroidi la sclerosi rappresenta forse quella di più’ vecchia data (1980).  L’indicazione al trattamento con sclerosi ha però sempre e solo riguardato emorroidi di primo o al massimo secondo grado e dopo un entusiasmo durato alcuni anni, la tecnica viene sostanzialmente abbandonata a causa dell’elevato numero di recidive.

Mentre in campo gastroenterologico e chiurgico si discute sulla miglior strategia per il trattamento delle emorroidi, in ambito flebologico, alla fine degli anni 2000, si assiste a quello che forse un po’ enfaticamente è stato definito come “il rinascimento della flebologia”. Compaiono infatti in Letteratura i primi lavori su riviste indicizzate di Tessari, Frullini e Cavezzi sull’utilizzo della schiuma sclerosante .

I vantaggi della schiuma rispetto allo stesso farmaco in forma liquida sarebbero molteplici. Innanzitutto aumenta la quota di farmaco attivo che puo’ danneggiare l’endotelio. Questo avviene grazie alla capacita’ della schiuma di dislocare il sangue, di indurre un marcato vasospasmo, e per il fatto che le bolle, se di piccole dimensioni, consentono una distribuzione omogenea del farmaco su tutte le pareti del vaso. Dopo solo due minuti dall’iniezione della schiuma è documentabile un danno severo dell’endotelio e della tona media della vena sclerosata. Dopo pochi minuti si assiste al distacco dell’epitelio endoteliale dalla parete. A circa 30 primi dall’iniezione si ha la formazione di microtrombi ed inizia così la reazione fibrotica che porta alla sclerosi del vaso

LA TECNICA EndoThEF

 L’iniezione di mousse sclerosante viene praticata direttamente nei gavoccioli varicosi emorroidari utilizzando un endoscopio flessibile ed un ago endoscopico monouso. La visione endoscopica, grazie anche alla magnificazione dell’immagine fornita dalla tecnica digitale, consente un impareggiabile riconoscimento della linea dentata (o linea pettinata), consentendo di pungere il plesso emorroidario in una zona priva di sensibilità. E’ per tale ragione che la tecnica può essere eseguita senza bisogno di alcuna anestesia ne’ sedazione. Diversamente dai vari interventi chirurgici ed anche da altri trattamenti ambulatoriali, al termine della procedura il paziente viene invitato a rialzarsi e camminare. La ripresa delle abituali attività’ quotidiane è immediata.

Immagine anteprima YouTube

Al seguente link è possibile visualizzare o scaricare il PDF della rivista Veins, organo ufficiale dell’AFI, Associazione Flebologica Italiana, che ha pubblicato nel suo numero tre l’esperienza personale nel trattamento delle emorroidi con tecnica EndoTHeF 

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